Alla cantina di Masone Campogalliano: dal 1908

foto storica cantina campogalliano - low
La prima tappa del nostro tour per le cantine del Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi è stata la cantina sociale di Masone Campogalliano: abbiamo fatto una bella chiacchierata con l’enologo Giulio Davoli e il presidente Lucio Brighenti.

 

Come nasce la cantina? Qual è la sua storia?

 

(LB): La cantina è nata nel 1908 a Campogalliano, poi man mano si è allargata. Nel 1994 si è fusa con Masone, una cantina nata negli anni ’40. In seguito si sono fuse con noi altre due cantine locali, la San Maurizio e la Gavassa. Adesso siamo la Cantina Masone Campogalliano, e la sede è a Masone, dove lavoriamo tutte le nostre uve. Campogalliano è diventato prevalentemente un centro di pigiatura e di vendita a bottiglie. Oggi facciamo anche il cotto per l’aceto balsamico tradizionale.

 

masone_01Negli ultimi anni abbiamo investito molto sullo spostamento della lavorazione dell’uva a Masone e sull’ammodernamento della produzione e dei centri di pigiatura, con una spesa di 5 milioni di euro. Abbiamo chiuso le due piccole cantine locali, in quanto era inutile mantenere tante sedi di produzione. La nostra cantina lavora dai 110 ai 130 mila quintali di uva. Io sono presidente della cantina da sette anni. Sono un agricoltore e faccio tanto da agricoltore, lavorando nella vigna, quanto da presidente.

 

Come si è evoluto negli anni il rapporto con il territorio?

 

Negli ultimi anni abbiamo organizzato l’unione di sei cantine locali, cosa che ha portato alla nascita di una sorta di consorzio che, in sinergia con un centro, ha il fine di raccogliere i dati relativi alla produzione e alla vendita del Rossissimo e l’Ancellotta. Raccogliamo, settimana per settimana, dati relativi ai prezzi (suddivisi a seconda della categoria del vino, dipendente dal colore del prodotto finale). Stiamo informati per poterci organizzare al meglio. Così facendo riusciamo a gestire al meglio la nostra vendita e a organizzare il nostro lavoro in maniera condivisa.

 

masone_05In passato producevamo e distillavamo la celebre Grapa ed Campgaian, di vinaccia. Adesso vendiamo la “Grappa Riserva del Centenario”, ma è una grappa che non distilliamo più perché purtroppo non è più possibile. È un peccato perché c’era un bel lavoro dietro, era una grappa stimata. Ci sono diversi appassionati che conservano gelosamente una o due vecchie bottiglie per mantenerne il ricordo. La nostra grappa veniva servita anche in Vaticano, grazie a un parroco di Campogalliano che, recandosi verso la Santa Sede portava con sé della grappa! Durante il periodo bellico fu demolito tutto. All’epoca si produceva anche il distillato di susine.

 

masone_03(GD): Ad oggi sarebbe impensabile rimettere in piedi la distilleria perché ci sono paletti sia legislativi e fiscali estremamente pesanti. Ormai le distillerie sono gruppi industriali molto specializzati. Noi raccogliamo le uve dei soci conferitori, che di fatto sono i proprietari dell’azienda, poiché è una cantina sociale; le lavoriamo, vendiamo il prodotto trasformato e poi distribuiamo gli utili fra i soci. Questa è la missione: la cantina sociale è nata per dare un reddito maggiore all’agricoltore, come tutte le cooperative sociali, ed evitare che i singoli produttori fossero alla mercé dei commercianti o delle grandi catene di distribuzione.

 

La realtà sociale è costituita da un consiglio direttivo con a capo un presidente, e tutte le decisioni vengono condivise e prese con il consiglio. Non c’è un singolo titolare che può decidere il bene o il male della cantina. Al momento i consiglieri sono quindici. Abbiamo anche costituito un comitato più ristretto per le decisioni meno strutturali perché un consiglio così numeroso rischia di rallentare l’attività produttiva.

 

(CONTINUA… )

 

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