Di cantina in cantina: alla Cantina sociale Masone – Campogalliano

La tappa odierna del nostro tour nelle cantine produttrici di Lambrusco è alla Cantina sociale Masone – Campogalliano, una realtà cooperativa che raggruppa circa 230 soci per circa 550 ettari di vigneto. A raccontarci qual è la situazione attuale ci ha pensato l’enologo Giulio Davoli che, in questo particolare periodo, ci tiene a puntualizzare…

“Una tradizione che da noi è ancora molto viva è quella di imbottigliare il vino in casa, per questo noi ci occupiamo ancora molto della vendita di vino in damigiana. Una tendenza oggi un po’ in calo rispetto al passato, ma ancora molto viva e partecipata in alcune famiglie. C’è da aggiungere che è questa vecchia tradizione che dà i gusti tipici al Lambrusco, gusti che si discostano in parte da quelli a cui siamo abituati noi oggi”.

E oltre al vino sfuso da imbottigliare, come commercializzate il vostro prodotto?

“La cantina ha come scopo principale quello di collocare nel miglior modo possibile il prodotto sul mercato e aiutare i soci viticoltori nell’ottenimento di un reddito sviluppando molteplici attività. Una cantina sociale opera in una maniera completamente diversa da una realtà privata. Noi non operiamo con politiche speculative, non andiamo a rincorrere mercati a rischio o mercati particolarmente vivaci, questo perché cerchiamo di mantenere una nostra stabilità quantomeno economica e operativa.

Come cantina sociale il nostro scopo è quello di collocare un prodotto sfuso, semilavorato. Quindi indirizzato principalmente agli imbottigliatori di zona”.

Avete anche una vostra produzione di vini in bottiglia…

“Come cantina imbottigliamo una piccolissima parte del nostro prodotto, circa l’1,5%. Infatti, ogni anno lavoriamo circa 130.000 quintali di uva producendo circa 100 mila ettolitri di vino e le nostre bottiglie sono circa 150 mila”.

A livello di promozione come vi muovete?

“La nostra promozione per quel che riguarda il vino in bottiglia è principalmente legata agli eventi classici a cui partecipiamo tramite il Consorzio dei Lambruschi, primo di tutti il Vinitaly, ma partecipiamo anche a svariate manifestazioni sul territorio. C’è da dire, però, che non è fondamentale per noi entrare in maniera diretta nel mercato della bottiglia perché appunto è collaterale al nostro business primario”.

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