La storia in un calice: il vino nel mondo antico e classico

Lambrusco è sinonimo di tradizione, storia e cultura. Servirlo a tavola è un modo per indirizzare i cinque sensi dei commensali verso la scoperta di profumi, colori, suoni, sapori e sensazioni che richiamano il lavoro di generazioni, la genuinità della terra e il patrimonio culturale e storico dell’Emilia-Romagna.

 

In questo post vogliamo celebrare, in senso più ampio, il legame fra vino e storia, raccontandovi le origini di una delle più antiche bevande mai prodotte dall’uomo.

 

vinoclassicoGli storici tendono a collocare la scoperta del vino all’età neolitica. Si pensa che quella del vino sia stata una scoperta causale, dovuta a una fermentazione naturale avvenuta in dei contenitori dove gli uomini conservavano l’uva.

 

Pare che, già prima che avvenisse la separazione fra i popoli indoeuropei e semitici, fossero in uso le parole woin e wain, che in futuro avrebbero fatto da radice al termine oínos, con il quale gli antichi greci indicavano il vino.

Le più antiche tracce di coltivazione della vite sono state trovate vicino alle rive del Mar Caspio e nella Turchia orientale, ma non si ha ancora la certezza di quale sia la civiltà che diede origine alla cultura del vino.

 

Pare che la Vitis vinifera sativa, vale a dire la vite addomesticata, discenda dalla selvaggia vite silvestre, di cui sono state ritrovate tracce fossili, risalenti a prima della comparsa della razza umana sulla terra, in Toscana, nella zona di San Vivaldo.

 

La civiltà egizia, quella mesopotamica e quella greca ci hanno lasciato diverse testimonianze riguardo alla propria produzione e al proprio consumo di vino. In queste civiltà sono state riscontrate tecniche di coltivazioni della vite e di produzione del vino, simili fra loro. Anche il consumo del vino presenta caratteristiche comuni in queste tre civiltà. Generalmente era consumato dai ricchi, e veniva sempre allungato con acqua, mirra, miele, erbe o altre sostanze aromatiche. Quando gli schiavi e la gente comune potevano godere della bevanda, veniva riservato loro un vino di qualità inferiore.

 

Nell’antica Grecia le donne non potevano consumare vino, neppure quelle di alto rango. Per chi non rispettava questa regola erano previste dure pene, fino alla pena di morte.

 

Satiri che pigiano l’uva. Particolare. Bassorilievo, II sec.d.C. Museo Archeologico, Venezia.

Satiri che pigiano l’uva. Particolare. Bassorilievo, II sec.d.C. Museo Archeologico, Venezia.

Guardando al nostro paese, è interessante notare come già con le prime popolazioni italiche si diede vita a una vasta coltivazione di vite vinifera. Gli etruschi furono la prima popolazione a bere il vino al naturale, senza mischiarlo con altre bevande o sostanze aromatiche e dolcificanti.

 

Con l’avvento dell’Impero Romano si assistette a un forte impulso alla produzione di vino. Questo smise di essere un prodotto elitario e divenne una bevanda di uso quotidiano. L’Impero diede vita a una corposa legislazione in materia di produzione e commercio di vino. Erano diverse le varietà prodotte a quel tempo. Plinio il vecchio stilò una lista di 195 vini, 80 dei quali di qualità pregiata.

 

Con il crollo dell’Impero la coltivazione, la produzione e il consumo di vino entrarono in una crisi alla quale porranno fine, nel medioevo, i monaci benedettini e cistercensi. Ma questa è un’altra storia, che vi racconteremo presto!

 

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