Sul New York Times le storie dei produttori di Lambrusco

Il Lambrusco è sempre più lontano dalla Red Cola degli anni ’70. L’ultimo giornale a confermarlo è il celebre New York Times che gli dedica un intero servizio firmato da Florence Fabricant.

“Il Lambrusco è spesso meno alcolico di altri vini e in genere è più conveniente rispetto ad altri spumanti, ma richiede un certo studio perché si tratta di un vino complesso, forse anche più del Riesling”, inizia la giornalista. La rinascita, avviata nel 2000, si deve all’intuito della famiglia Chiarli che ha dato il via all’evoluzione qualitativa del Lambrusco.

Un esempio seguito anche da altri produttori, non sempre di grandi dimensioni e magari con un minore impatto sui mercati internazionali, ma che hanno sempre lavorato con grande passione.

Se il Metodo Charmat ha portato il Lambrusco nel mondo, grazie alla possibilità di industrializzare il processo, la riscoperta di questo vino coincide anche con un ritorno al Metodo Ancestrale. Il Metodo Classico, va invece interpretato come un completamento del rifermento in bottiglia: proprio grazie a questa nuova versione i produttori stanno consegnando ai consumatori un nuovo prodotto che non perde di vista la continuità rispetto al passato.

La Fabricant continua nominando alcune cantine del territorio che si sono distinte per il loro impegno e la loro professionalità. Alberto Paltrinieri, dell’omonima cantina, ha spiegato: “Dobbiamo imparare a diversificarci nell’unità, a difenderci da una comunicazione del passato rivolta all’omologazione”.

“Con Cantina della Volta abbiamo deciso di valorizzare le bollicine di Sorbara, esattamente come quelle di Chardonnay e Pinot nero, inserendole nella stessa fascia di prezzo – racconta invece Angela Sini, che dal 2010 aiuta Christian Bellei a portare avanti l’azienda. – Il Trentasei, affinato per 36 mesi sui lieviti, è la conferma che il Metodo Classico può aprire una pagina nuova nell’interpretazione delle uve di Lambrusco di Sorbara.”

Anselmo Chiarli dichiara: “Abbiamo impegnato risorse, tempo ed energie, ma anche i nostri colleghi si sono mossi in favore della qualità. Il Metodo Charmat ha reso famoso il prodotto, ma lo ha anche modulato diversamente verso un carattere più facile, adatto a incontrare nuovi gusti e Paesi. Quando l’euforia della moda si è spenta, chi ha puntato sulla tradizione, seppur innovandola, è rimasto in piedi.”

La ricetta del successo arriva invece da Sandro Cavicchioli: “Una filiera storica e ben organizzata e l’innovazione tecnologica hanno segnato un grande spartiacque. Il Metodo Charmat ha innalzato la qualità media, aumentato i numeri e contenuto i prezzi avvicinandolo alla grande distribuzione. Perché il Lambrusco non è un vino da marketing, ma è un vino pop.”

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