Storia del Lambrusco – 16° puntata

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I Lambruschi

 

Sono un gruppo numeroso di vitigni, alcuni dei quali presentano caratteristiche e origini comuni, mentre altri sono nettamente diversi dai primi.

 

Il nome generico di labrusca, per primo attribuito da Virgilio alle viti selvatiche padane e poi divenuto nome proprio di tutte le viti spontanee e dei vitigni da esse derivate per domesticazione, i Lambruschi in passato identificavano molti più vitigni che non ai giorni nostri.

 

Nella antica e gloriosa famiglia dei Lambruschi si contano più di sessanta sottovarietà.

 

 

Lambrusco di Sorbara: è la varietà che vanta una tradizione più antica degli altri, data da testimonianze storiche, documenti e cronache che lo elevarono tra i migliori vini italiani.

 

Ha un grappolo spargolo, di forma conica, che può presentarsi acinellato: i chicchi possono rimanere di piccole dimensioni per un’anomalia della pianta che causa un aborto fiorale e quindi una perdita produttiva pari a due terzi rispetto alla normale attività. Questa caratteristica lo distingue dalle altre varietà di Lambrusco e lo avvicina ad altri vini importanti come il Picolit, del Friuli Venezia Giulia.

 

Lambrusco Salamino: è coltivato tradizionalmente soprattutto nel Carpigiano e nelle campagne della Bassa modenese, presenta un grappolo abbastanza piccolo e compatto, dalla forma che ricorda appunto quella di un salame.

 

Lambrusco Grasparossa: è così chiamato per la colorazione delle foglie e del raspo, che in autunno cangia al rosso. Ha una scarsa vigoria e il grappolo e spargolo e di forma conica, molto resistente alle avversità climatiche. Viene coltivato principalmente nei terreni a sud di Modena e in prevalenza nelle zone collinari e sub-collinari da cui ha storicamente origine.

 

Lambruscone o Lambrusco di Fiorano o Brugnolo (dalla forma degli acini oblunghi simili alla prugna) o secondo il Marzotto, Prugnola o Lambrusco oliva grossa; è prodotto nei comuni di Nonantola, Fiorano, Modena, Formigine e nelle colline del Reggiano.

 

Lambrusco Oliva (dalla forma degki acini simili all’oliva) o Lambruscone Mazzone (Reggiano) o Olivone (Mantovano); poco coltivato nel Modenese.

 

Lambrusco Maestri; originario da Villa Maestri nel comune di S. Pancrazio (Parma).

 

Lambrusco Marani; è prodotto nelle zone reggiane di Rolo, Fabbrico, Campagnola.

 

Lambrusco Montericco o Selvatica; è prodotto a Montericco, comune di Albinea (Reggio Emilia).

 

Lambrusco Viadanese o Groppello Ruberti, prodotto nel comune di Viadana (Mantova); è sconosciuto in Emilia e viene coltivato invece in Lombardia.

 

Lambrusco a foglia frastagliata o Lambrusco nostrano; è diffuso soprattutto in Trentino.

 

Così si conclude l’opera di Guido Montaldo, “Il Lambrusco, un vino dalle origini antiche, dal gusto moderno“, pubblicazione della Camera di Commercio di Modena e dal Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi.

 

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